Infezioni vaginali: come capire se si ha un’infezione intima

Donna in menopausa in panchina con acuti dolori addominali da infezione intima

Come capire se si ha un’infezione vaginale?

Sono una delle cause più frequenti di consulto medico nelle donne, nonché motivo di milioni di visite ogni anno: stiamo parlando delle infezioni vaginali, un disturbo femminile piuttosto comune, specie in età fertile, durante la gravidanza e nel periodo della menopausa, di origine batterica oppure dovuto a lieviti e altri microrganismi. Le più ricorrenti sono le vulvovaginiti causate da Candida albicans (candidosi), Gardnerella vaginalis (vaginosi batterica) o Trichomonas vaginalis (tricomoniasi); l’herpes genitale, malattia infettiva fortemente contagiosa; la gonorrea, una delle patologie più comuni a trasmissione sessuale tipica soprattutto degli adolescenti e dei giovani adulti; la clamidia, a trasmissione sessuale o per via materno-fetale.

Nella maggior parte dei casi questi disturbi non si limitano a infettare la vagina, ma tendono a diffondersi anche alle aree ad essa attigue, causando bruciore, prurito, secrezioni vaginali maleodoranti, sensazione di gonfiore, piccole lacerazioni e in alcuni casi, perdite ematiche, oltre a difficoltà ad urinare e dolore durante il rapporto sessuale. In presenza di tali sintomi è quindi opportuno sottoporsi a una visita ginecologica che, insieme all’esecuzione di opportuni test ed esami clinici, permette allo specialista di valutare il quadro clinico e confermare, oppure escludere, la presenza di un’infezione. 

Cause infezioni vaginali

L’insorgenza di un’infezione vaginale è spesso la conseguenza di un’alterazione quali-quantitativa della normale microflora batterica presente sia in vagina sia a livello intestinale, le quali costituiscono una naturale difesa da microorganismi patogeni. Diverse sono le condizioni che possono esporre l’organismo femminile a tali problematiche, primi fra tutti abitudini alimentari e stili di vita. Ad esempio, la scorretta igiene intima facilita la proliferazione dei batteri, così come l’utilizzo di indumenti aderenti, spesso in materiali sintetici e non traspiranti, che aumentano l’umidità dell’area vaginale. Anche tutti quei fattori che alterano il benessere dell’ambiente vaginale, come ad esempio detergenti intimi neutri diversi dal pH fisiologico di 4-5, oppure assorbenti interni cambiati poco di frequente (almeno ogni 3 ore), possono aumentare il rischio di infezioni vaginali. Per quanto riguarda l’alimentazione, una dieta eccessivamente ricca di zuccheri, formaggi, prodotti lievitati da forno e gli alcolici in generale, l’assunzione di farmaci quali antibiotici e immunosoppressori, che determinano un’alterazione della flora vaginale e abbassano le difese naturali dell’organismo, oltre alle variazioni ormonali e ai rapporti sessuali non protetti, e più raramente il danno ai tessuti causato ad esempio da tumori, interventi chirurgici, radioterapia o anomalie strutturali come difetti genetici o fistole, i quali indeboliscono le difese naturali dell’organismo.

Giovane donna in abiti sportivi accoccolata sul divano, alle prese con forte mal di pancia

Come curare le infezioni vaginali

Una volta accertata la presenza di un’infezione vaginale, in base alla sintomatologia e alla causa del disturbo, è possibile intervenire mediante terapie topiche, quali ad esempio creme, ovuli vaginali (l’applicazione di questi ultimi, che si effettua direttamente all’interno della vagina, consente un rapido trattamento dell’infiammazione o dell’infezione, permettendo alla paziente di recuperare in breve tempo una sensazione di sollievo dai fastidi) oppure sistemiche (compresse), a base di antibiotici o antimicotici. Se ritenuto opportuno dallo specialista, anche il partner può essere sottoposto al trattamento in via precauzionale. 

In generale, la precisione e la tempestività diagnostiche sono fondamentali per un’adeguata terapia, spesso della coppia e non del singolo, al fine di evitare recidive, ma soprattutto il “rimbalzo” dell’infezione o la sua propagazione in zone attigue alla vagina come la cervice uterina e le porzioni più interne dell’apparato genitale femminile (cavità uterina e salpingi).

Per prevenire irritazioni e infezioni vaginali è importante seguire alcuni consigli pratici durante  l’igiene intima: tenere pulita e asciutta la zona genitale, lavandosi quotidianamente con saponi delicati e privi di profumo, evitare di effettuare eccessive lavande vaginali, perché possono rimuovere i normali batteri protettivi e ridurre l’acidità vaginale, facilitando la comparsa di infezioni, così come l’uso eccessivo dei salvaslip, che favoriscono il ristagno delle secrezioni vaginali e la proliferazione dei patogeni. Dopo aver urinato o defecato, è sempre bene asciugarsi seguendo un movimento “dal davanti all’indietro”, per impedire ai batteri dell’ano di essere trasportati verso la vagina. Tra le raccomandazioni, si ricorda di indossare indumenti confortevoli, meglio se in cotone, per consentire la traspirazione della zona genitale, oltre ad adottare precauzioni durante i rapporti sessuali, specie se occasionali, per evitare il contagio di malattie sessualmente trasmissibili. Per aiutare il sistema immunitario a difendersi dalle infezioni è infine importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, prediligendo cereali integrali, legumi, verdura e frutta e limitando il consumo di carboidrati complessi. 

Infezioni e fastidi intimi e sport

Le infezioni vaginali sono un disturbo molto frequente, soprattutto nelle donne che fanno sport. La spiegazione risiede nel fatto che per praticare gran parte delle attività sportive, spesso vengono indossati indumenti molto aderenti e dal tessuto sintetico che non permettono una buona traspirazione delle zone intime e predispongono di conseguenza a irritazioni o infiammazioni. Oltre a questo, la posizione “seduta” tipica di discipline quali ad esempio l’equitazione o il ciclismo, può favorire fastidi intimi, ancor più nei soggetti già affetti da disturbi a carico della vagina. Tra le infezioni più ricorrenti nelle sportive si ricorda la candida, che colpisce in particolar modo le nuotatrici, perché il costume sintetico e l’ambiente caldo e umido della piscina favoriscono l’irritazione e di conseguenza la proliferazione di funghi e lieviti.

La presenza di un’infezione non preclude però la possibilità di fare attività fisica. L’importante è adottare le dovute precauzioni e prestare attenzione ad alcuni consigli, come prediligere abbigliamento dalle fibre naturali, tipo il cotone o il lino, e cambiare gli indumenti intimi anche durante l’attività sportiva, se è di lunga durata. Per chi pratica uno sport acquatico, si raccomanda di non restare con il costume bagnato dopo l’allenamento e non confondere il proprio asciugamano con quello di un’altra persona. Nel caso specifico di un’infezione da candida, durante il periodo di cura si consiglia di praticare sport aerobici, come ad esempio il jogging, in quanto permettono una maggiore areazione delle parti intime. Tra i consigli per limitare disturbi intimi nelle donne sportive, si ricorda di mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata (ricca di frutta e verdura di stagione, proteine, yogurt, latticini e alimenti ricchi di fermenti lattici), bere almeno un litro e mezzo o due di acqua al giorno, evitare cattive abitudini e scegliere prodotti per l’igiene intima con accortezza, assicurandosi che non aggrediscano il naturale pH della pelle. 

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