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Cause della candida vaginale Quali sono i principali sintomi della candida vaginale? Candida in gravidanza Candida maschile Tipi di candidaCome curare la candida
Quante volte abbiamo detto (o sentito qualcun altro affermare): «Mi è venuta la candida vaginale»?
In realtà, sebbene il concetto sia chiaro e la terminologia utilizzata sia ormai entrata nell’uso comune, è doveroso distinguere la “candida” dalla “candidosi”: la prima è un fungo, che risiede abitualmente nel cavo orale e negli apparati intestinale e genitale di ognuno di noi, senza provocare alcun disturbo. Questo “ospite” è tenuto sotto controllo dall’azione combinata delle difese immunitarie e di alcuni batteri “buoni”, chiamati lattobacilli. Tuttavia, quando questo equilibrio si altera, la candida inizia a proliferare, causando un’infezione denominata, appunto, “candidosi”. Come dicevamo, però, spesso si utilizza il termine “candida” per indicare genericamente che l’infezione è ricorrente. Nella maggior parte dei casi l’infezione è provocata dalla Candida albicans, mentre in minima parte è dovuta ad altre specie di miceti appartenenti alla stessa famiglia. Sebbene esistano diverse tipologie di infezione a seconda della sede colpita, l’infezione da candida vaginale (o da candida vulvo-vaginale) è quella più conosciuta: si stima, infatti, che più della metà della popolazione femminile vada incontro a questo disturbo almeno una volta nella vita. Ma quali sono le cause e i sintomi della candidosi?
Cause della candida vaginale
Come dicevamo poco fa, in condizioni di normalità la candida è presente nell’organismo, senza creare alcun problema. Quando il sistema immunitario è indebolito o si verifica uno squilibrio a livello della flora batterica, con una forte diminuzione di lattobacilli, è possibile che il fungo inizi a crescere in maniera incontrollata, a colonizzare alcune mucose e a provocare una fastidiosa sintomatologia.
Tra le cause della candida ci sono malattie croniche, infezioni virali (ad esempio, influenza, varicella, morbillo), condizioni di stress psico-fisico, deficit immunitari, prolungate terapie antibiotiche o trattamenti con corticosteroidi e uso di detergenti intimi eccessivamente aggressivi. Le ricerche hanno inoltre dimostrato che tra le cause della candida vaginale ci sono anche l’uso di contraccettivi orali e le variazioni ormonali, in particolare di estrogeni, che si verificano durante il ciclo mestruale e la gravidanza.
Quali sono i principali sintomi della candida vaginale?
L’infezione da candida vaginale si presenta con sintomi piuttosto riconoscibili: perdite biancastre, che assumono un aspetto denso e lattiginoso, prurito intimo intenso, irritazione e gonfiore locali. Tra i sintomi della candida ci sono anche il bruciore mentre si fa la pipì e il dolore avvertito durante i rapporti sessuali. Per diagnosticare la candidosi vaginale la donna deve sottoporsi a una visita ginecologica, durante la quale viene osservato il quadro clinico: spesso, infatti, la sintomatologia è già indicativa di questo disturbo.
Candida in gravidanza
La candidosi rappresenta una delle infezioni vaginali più frequenti nella donna in età fertile e talvolta la gestazione può creare le condizioni ideali per la proliferazione del fungo. Da alcuni studi, infatti, è emerso che tra le cause della presenza di candida in gravidanza, responsabile di un processo infettivo che si manifesta con perdite dense e cremose, bruciore e prurito, c’è l’aumento dei livelli di estrogeni. Una maggiore concentrazione di questi ormoni, tipica del periodo gestazionale, contribuisce all’alterazione della normale flora batterica vaginale, favorendo così la proliferazione del micete. Anche il fisiologico abbassamento delle difese immunitarie durante la gravidanza fa sì che la candida possa crescere in maniera incontrollata e scatenare un processo patologico a carico di vulva e vagina. La candida, inoltre, si nutre di lieviti e zuccheri semplici, anche attraverso ciò che si ingerisce con l’alimentazione. Ecco perché le donne in dolce attesa, che sviluppano una maggiore resistenza all’insulina e quindi presentano livelli di zucchero più alti, dovrebbero prestare particolare attenzione alla dieta.
Candida maschile
La candidosi genitale colpisce soprattutto il sesso femminile ma può anche interessare quello maschile. Le cause della candida nell’uomo sono, come per la donna, un deficit delle difese immunitarie e l’alterazione della flora batterica. All’origine dell’infezione può anche esserci la trasmissione per via sessuale: in questo caso la candida maschile non deve essere sottovalutata perché se la partner intraprende un percorso terapeutico per debellare l’infezione ma l’uomo la ignora, si rischia di andare incontro a recidive, per cui la donna può contagiarsi nuovamente. In presenza di candidosi, i disturbi intimi nell’uomo sono rappresentati da arrossamento del glande, bruciore durante la minzione e perdite biancastre lattiginose intorno al prepuzio, soprattutto dopo i rapporti sessuali. Oltre all’osservazione clinica, per diagnosticare la candida maschile si può procedere con un tampone effettuato sulla superficie del glande.
Tipi di candida
La candidosi si presenta con sintomi diversi a seconda della sede interessata. Oltre all’infezione da candida vaginale, infatti, esiste quella da candida orale, chiamata comunemente “mughetto”, che può colpire soprattutto i neonati, gli anziani e i soggetti immunodepressi, con chiazze bianche e lattescenti su lingua, palato duro e molle e arco tonsillare ma anche bruciore e difficoltà di deglutizione.
Se l’infezione da candida, invece, colpisce l’intestino, si possono avvertire sintomi digestivi, come senso di pienezza, pesantezza di stomaco, dolori addominali, bruciore, ma anche disturbi tipicamente intestinali, ad esempio meteorismo, costipazione alternata a diarrea, dolore al basso ventre. In questi casi, come per la candida vaginale, è sempre bene evitare diagnosi e terapie fai-da-te, che possono essere inefficaci o addirittura errate. Di fronte a una sintomatologia anomala, che tende a persistere, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Quante volte abbiamo detto (o sentito qualcun altro affermare): «Mi è venuta la candida vaginale»?
In realtà, sebbene il concetto sia chiaro e la terminologia utilizzata sia ormai entrata nell’uso comune, è doveroso distinguere la “candida” dalla “candidosi”: la prima è un fungo, che risiede abitualmente nel cavo orale e negli apparati intestinale e genitale di ognuno di noi, senza provocare alcun disturbo. Questo “ospite” è tenuto sotto controllo dall’azione combinata delle difese immunitarie e di alcuni batteri “buoni”, chiamati lattobacilli. Tuttavia, quando questo equilibrio si altera, la candida inizia a proliferare, causando un’infezione denominata, appunto, “candidosi”. Come dicevamo, però, spesso si utilizza il termine “candida” per indicare genericamente che l’infezione è ricorrente. Nella maggior parte dei casi l’infezione è provocata dalla Candida albicans, mentre in minima parte è dovuta ad altre specie di miceti appartenenti alla stessa famiglia. Sebbene esistano diverse tipologie di infezione a seconda della sede colpita, l’infezione da candida vaginale (o da candida vulvo-vaginale) è quella più conosciuta: si stima, infatti, che più della metà della popolazione femminile vada incontro a questo disturbo almeno una volta nella vita. Ma quali sono le cause e i sintomi della candidosi?
Cause della candida vaginale
Come dicevamo poco fa, in condizioni di normalità la candida è presente nell’organismo, senza creare alcun problema. Quando il sistema immunitario è indebolito o si verifica uno squilibrio a livello della flora batterica, con una forte diminuzione di lattobacilli, è possibile che il fungo inizi a crescere in maniera incontrollata, a colonizzare alcune mucose e a provocare una fastidiosa sintomatologia.
Tra le cause della candida ci sono malattie croniche, infezioni virali (ad esempio, influenza, varicella, morbillo), condizioni di stress psico-fisico, deficit immunitari, prolungate terapie antibiotiche o trattamenti con corticosteroidi e uso di detergenti intimi eccessivamente aggressivi. Le ricerche hanno inoltre dimostrato che tra le cause della candida vaginale ci sono anche l’uso di contraccettivi orali e le variazioni ormonali, in particolare di estrogeni, che si verificano durante il ciclo mestruale e la gravidanza.
Quali sono i principali sintomi della candida vaginale?
L’infezione da candida vaginale si presenta con sintomi piuttosto riconoscibili: perdite biancastre, che assumono un aspetto denso e lattiginoso, prurito intimo intenso, irritazione e gonfiore locali. Tra i sintomi della candida ci sono anche il bruciore mentre si fa la pipì e il dolore avvertito durante i rapporti sessuali. Per diagnosticare la candidosi vaginale la donna deve sottoporsi a una visita ginecologica, durante la quale viene osservato il quadro clinico: spesso, infatti, la sintomatologia è già indicativa di questo disturbo.
Candida in gravidanza
La candidosi rappresenta una delle infezioni vaginali più frequenti nella donna in età fertile e talvolta la gestazione può creare le condizioni ideali per la proliferazione del fungo. Da alcuni studi, infatti, è emerso che tra le cause della presenza di candida in gravidanza, responsabile di un processo infettivo che si manifesta con perdite dense e cremose, bruciore e prurito, c’è l’aumento dei livelli di estrogeni. Una maggiore concentrazione di questi ormoni, tipica del periodo gestazionale, contribuisce all’alterazione della normale flora batterica vaginale, favorendo così la proliferazione del micete. Anche il fisiologico abbassamento delle difese immunitarie durante la gravidanza fa sì che la candida possa crescere in maniera incontrollata e scatenare un processo patologico a carico di vulva e vagina. La candida, inoltre, si nutre di lieviti e zuccheri semplici, anche attraverso ciò che si ingerisce con l’alimentazione. Ecco perché le donne in dolce attesa, che sviluppano una maggiore resistenza all’insulina e quindi presentano livelli di zucchero più alti, dovrebbero prestare particolare attenzione alla dieta.
Candida maschile
La candidosi genitale colpisce soprattutto il sesso femminile ma può anche interessare quello maschile. Le cause della candida nell’uomo sono, come per la donna, un deficit delle difese immunitarie e l’alterazione della flora batterica. All’origine dell’infezione può anche esserci la trasmissione per via sessuale: in questo caso la candida maschile non deve essere sottovalutata perché se la partner intraprende un percorso terapeutico per debellare l’infezione ma l’uomo la ignora, si rischia di andare incontro a recidive, per cui la donna può contagiarsi nuovamente. In presenza di candidosi, i disturbi intimi nell’uomo sono rappresentati da arrossamento del glande, bruciore durante la minzione e perdite biancastre lattiginose intorno al prepuzio, soprattutto dopo i rapporti sessuali. Oltre all’osservazione clinica, per diagnosticare la candida maschile si può procedere con un tampone effettuato sulla superficie del glande.
Tipi di candida
La candidosi si presenta con sintomi diversi a seconda della sede interessata. Oltre all’infezione da candida vaginale, infatti, esiste quella da candida orale, chiamata comunemente “mughetto”, che può colpire soprattutto i neonati, gli anziani e i soggetti immunodepressi, con chiazze bianche e lattescenti su lingua, palato duro e molle e arco tonsillare ma anche bruciore e difficoltà di deglutizione.
Se l’infezione da candida, invece, colpisce l’intestino, si possono avvertire sintomi digestivi, come senso di pienezza, pesantezza di stomaco, dolori addominali, bruciore, ma anche disturbi tipicamente intestinali, ad esempio meteorismo, costipazione alternata a diarrea, dolore al basso ventre. In questi casi, come per la candida vaginale, è sempre bene evitare diagnosi e terapie fai-da-te, che possono essere inefficaci o addirittura errate. Di fronte a una sintomatologia anomala, che tende a persistere, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia.