Candida, cervicite e infezioni vaginali in gravidanza

Donna in gravidanza sul divano con acuto mal di pancia

Infezioni vaginali in gravidanza

Le variazioni ormonali, l’alterazione dell’ambiente e del pH vaginali, il fisiologico abbassamento delle difese immunitarie e i cambiamenti subiti dal metabolismo nell’arco dei nove mesi di gestazione possono favorire l’insorgenza di infezioni vaginali e urinarie in gravidanza.

Niente paura, però: si tratta di disturbi che, seppur fastidiosi, sono piuttosto diffusi e se individuati tempestivamente possono essere trattati con successo e senza rischi, né per la donna né per il nascituro. Le infezioni vaginali in gravidanza possono essere causate da batteri, come Gardnerella vaginalis e Mycoplasma; da funghi, ad esempio Candida albicans; da parassiti, come Trichomonas vaginalis. Inoltre, a seguito di una proliferazione eccessiva di batteri nell’ambiente vaginale, cui può seguire un’infezione sintomatica, si può verificare anche una cervicite, cioè l’infiammazione della cervice uterina. Oltre alle infezioni vaginali, in gravidanza si possono manifestare anche quelle urinarie, come ad esempio la cistite, ossia l’infiammazione della parete vescicale. 

Come curare la candida in gravidanza

Tra i disturbi più diffusi in gravidanza c’è sicuramente la candida (o candidosi), un’infezione vaginale causata, nella gran parte dei casi, dal fungo Candida albicans. Si tratta di un micete, che risiede normalmente nell’apparato genitale senza creare disturbi. Tuttavia, se il fungo inizia a proliferare e a intaccare il delicato equilibrio della flora vulvo-vaginale, è possibile andare incontro a un’infezione sintomatica. A facilitare un’infezione da Candida in gravidanza possono essere diversi fattori, tra i quali la crescita dei livelli di estrogeni, responsabile dell’aumento delle riserve di glucosio vaginale, che è fonte di nutrimento della candida, ma anche l’alterazione fisiologica dell’ecosistema vaginale, il calo delle difese immunitarie, un consumo eccessivo di zuccheri attraverso l’alimentazione, l’assunzione di eventuali terapie antibiotiche, lo stress psico-fisico. La candidosi in gravidanza si manifesta sempre con gli stessi sintomi, cioè prurito intimo, bruciore, perdite dense e biancastre, gonfiore e rossore locali ed eventualmente anche dolore durante i rapporti sessuali. Come si diceva poco fa, la candida è una di quelle infezioni non considerate preoccupanti, anche durante la dolce attesa: tuttavia, per evitare complicazioni, non deve essere in alcun modo sottovalutata e, anzi, va adeguatamente e tempestivamente trattata.

In che modo? Gli azolici, in particolare i derivati dell’imidazolo, sono farmaci antifungini utilizzati generalmente per curare la candida e alcuni di loro possono essere somministrati anche in gravidanza. In questa delicata fase della vita della donna, il medico può prescrivere questi medicinali per via topica, quindi sotto forma di creme, ovuli o soluzioni vaginali, da applicare seguendo le indicazioni fornite dallo stesso. I farmaci topici infatti sono generalmente preferiti perché non vengono assorbiti a livello sistemico, minimizzando così gli eventuali rischi per il feto ma mantenendo l’efficacia. Comunque, non appena si riscontrano sintomi anomali, che possono far sospettare la presenza di un’infezione, bisogna rivolgersi al proprio medico di famiglia o alla ginecologa o al ginecologo ed evitare qualsiasi intervento fai-da-te.

Prurito e fastidio intimo in gravidanza

Durante la gravidanza il corpo della donna subisce numerosi cambiamenti, soprattutto ormonali, che possono dare luogo a un’alterazione della flora vaginale, fino a provocare l’insorgenza di infezioni, accompagnate talvolta da prurito intimo, perdite più o meno dense e di colorazione diversa a seconda del disturbo presente, bruciore, irritazione e fastidio intimo, rossore e gonfiore dei genitali, minzione frequente e talvolta fastidiosa, dolore durante i rapporti sessuali. Il prurito intimo in gravidanza può interessare la vagina, quindi essere interno, o la vulva, quindi essere esterno.

Le donne incinte possono andare incontro a prurito e fastidio intimo soprattutto all’inizio della gravidanza, cioè nel primo trimestre, o alla fine della gestazione, quindi nell’ultimo trimestre. A causare il prurito intimo in gravidanza possono essere le infezioni da candida o altri funghi, le infezioni batteriche e parassitarie ma anche la cistite. Tra le cause del prurito intimo in gravidanza non correlate a infezioni vaginali o urinarie ci sono le irritazioni causate dall’uso di detergenti particolarmente aggressivi e l’utilizzo di biancheria intima sintetica, non traspirante, particolarmente aderente. Comunque, qualunque sia la causa del fastidio intimo avvertito dalla futura mamma, è necessario rivolgersi al proprio ginecologo per risolvere quanto prima il problema.

Bruciore intimo in gravidanza

Uno dei disturbi più diffusi in gravidanza è il bruciore intimo. Se l’ecosistema vaginale è alterato, anche a causa della normale fluttuazione ormonale che caratterizza la gestazione, è possibile che gli agenti batterici e fungini proliferino senza controllo e scatenino un’infezione. È inoltre possibile che si verifichino episodi di cistite, che si manifesta con la necessità di fare pipì frequentemente e, appunto, bruciore intimo. Questo disturbo può essere causato anche dalla compressione esercitata sugli organi pelvici e addominali, specialmente nell’ultimo trimestre di gravidanza, che ostacola il completo svuotamento della vescica, favorendo così la proliferazione dei batteri. In questo caso, prima di intraprendere qualsiasi terapia, è sempre bene consultare il proprio medico di famiglia, la ginecologa o il ginecologo, che possano trovare la soluzione più idonea.

 

Donna in gravidanza che regge la pancia e porta una mano al capo per dolori da candida

Perdite in gravidanza

Le perdite vaginali in gravidanza sono un disturbo comune e, nella maggior parte dei casi, non devono destare eccessiva preoccupazione. Le secrezioni, infatti, possono essere di diverso tipo e avere cause differenti: osservarne colore e composizione rispetto alla normalità è fondamentale per capire se rivolgersi o meno al ginecologo o alla ginecologa per ulteriori accertamenti. Se le perdite vaginali sono trasparenti o bianche ma filanti e appiccicose, infatti, sono innocue e indicano che, a causa delle variazioni ormonali, la donna ha sviluppato un aumento delle secrezioni vaginali. In questo caso si parla di leucorrea gravidica fisiologica. Se le perdite in gravidanza sono bianche, dense e quasi lattiginose, accompagnate da prurito intimo, irritazione locale, dolore o fastidio durante la minzione e i rapporti sessuali, è possibile che, invece, sia in corso un’infezione da candida. Se le perdite sono gialle o verdastre, di consistenza densa e di cattivo odore, potrebbe esserci un’infezione batterica. In ogni caso, è bene rivolgersi quanto prima al medico. Nei primi tre mesi di gravidanza può capitare di avere perdite marroni o rosso scuro, dovute alla rottura di qualche capillare o all’impianto della gravidanza: in questi casi è sempre meglio consultare il ginecologo o la ginecologa. Le perdite rosso vivo, invece, non devono in alcun modo essere sottovalutate, soprattutto se accompagnate da dolore al ventre e ricordano, per flusso e consistenza, il ciclo mestruale. In questo caso bisogna contattare la ginecologa o recarsi in pronto soccorso quanto prima.

Secchezza vaginale in gravidanza

La flora, composta da microorganismi che convivono nella vagina, e la mucosa, che produce una sostanza naturale in grado di lubrificare tutta questa zona, contribuiscono a mantenere in salute l’intero sistema genitale. Un ruolo importante nel mantenere questo equilibrio è giocato dagli ormoni, le cui variazioni influenzano il grado di lubrificazione vaginale; è quello che accade, ad esempio, in gravidanza, in cui potrebbe manifestarsi la secchezza vaginale. Questo disturbo può comparire anche in gravidanza e nel post-partum ed essere accompagnato da prurito intimo, bruciore, fastidio, irritazione e rossore a livello vulvo-vaginale. Questi problemi possono creare disagio, soprattutto durante i rapporti sessuali, pertanto è necessario parlarne apertamente con il proprio ginecologo o la ginecologa per cercare insieme una valida soluzione, anche in gravidanza o dopo aver partorito. Tra i possibili rimedi ci sono prodotti idratanti, da applicare direttamente in vagina, che aiutano anche a mantenere lubrificate le mucose, alleviano i sintomi avvertiti e consentono alla donna di avere rapporti sessuali senza provare dolore o fastidio. Oltre a ciò bisogna cercare di bere almeno due litri d’acqua al giorno, per scongiurare di andare incontro a disidratazione, e curare scrupolosamente l’igiene intima, evitando detergenti troppo aggressivi, carta igienica profumata e particolarmente ruvida, getti d’acqua diretti sulla vagina mentre ci si fa la doccia.

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